La musica, gli artisti e il diritto di essere contraddittori
Coerenza, coerenza, coerenza! Bisogna essere coerenti! Quanti di noi sono cresciuti con questa spina nel fianco! Detta una parola, scritto un articolo, creata una canzone questa è scolpita nella pietra, immortalata nel calcestruzzo, glorificata nel cemento armato. E’ proprio così? Culture lontane dalla nostra hanno un’opinione diversa. La vecchia saggezza orientale, ad esempio, ritiene che cambiare idea sia una delle nostre maggiori spinte vitali. Che l’unico canone per muoversi correttamente sia quello della spontaneità, anche a costo di affermare tutto e il contrario di tutto a distanza di poco tempo. L’artista in particolare è colui che cambia idea. Che muta la sua idea di percorso, la sua arte stessa, le sue influenze e le sue contingenze. Quando non lo fa, spesso, non è perché è particolarmente coerente ma perché magari è particolarmente pavido. Perché ha paura. Di perdere i suoi fans, di deluderli e di deludere se stesso.
Quando non lo fa è perché è morto. Perlomeno artisticamente. Personalmente accolgo con un sorriso tutte le volte che sento additare un musicista, una band, perché responsabile di aver cambiato idea nelle scelte stilistiche del suo percorso artistico. Perché artefice di aver rinnegato se stesso. Di non essere lo stesso di prima. Un esempio nostrano che mi viene in mente è sicuramente quello dei Verdena. È meravigliosamente inutile leggere un’intervista fatta ad Alberto. Probabilmente se leggerete quella che ha rilasciato 2 giorni dopo leggereste delle cose diverse, magari opposte e contraddittorie rispetto alla precedente. In Occidente, poi, viene considerato contraddittorio spesso avere anche un’evoluzione artistica.
Come se ci fosse qualcosa di strano nel fare un album come “Requiem” e poi un album come “Wow”. Come se i Radiohead dovessero dar conto a qualcuno del fatto che “The Bends” non assomigli neanche lontanamente a “Kid A”. Come se Thom Yorke dovesse sentirsi in colpa nel non riconoscersi più in “Creep”. Quante volte leggendo un mio articolo, anche molto recente, lo scriverei in modo totalmente diverso? Molto spesso. Magari contraddicendomi. Ma ehi! È questo il bello. La libertà di essere spontanei e il diritto di contraddirsi. Il fisico Carlo Rovelli nei suoi magnifici libri racconta spesso di come Einstein non fosse un guru, non fosse un oracolo, ma che avesse un grande dono. Quello di non aver paura di cambiare idea. Di lasciare il certo per l’incerto ed accantonare l’orgoglio. Il genio, a volte, non è colui che ha un’intelligenza fuori dal comune. L’artista, a volte, non è il musicista o il pittore più ispirato. A volte è solo colui che semplicemente ha il coraggio di cambiare idea. Il coraggio di essere in contraddizione con se stesso.