ROSALBA GUASTELLA – MY LITTLE SONGS – Rubber Soul Records
Confezione curatissima con vinile blu e cd allegato con una traccia in più, foglio con i testi e mastering diversificato per vinile e cd (cosa rara di questi tempi): hanno fatto davvero le cose per bene alla Rubber Soul Records, neonata etichetta tutta torinese per presentare al meglio la loro prima uscita.
A Rosalba Guastella sono serviti “due anni di lavoro, tante notti insonni e una gastrite” per arrivare a completare le 13 canzoni che compongono “My Little Song”, il suo esordio da solista. C’è da crederle: ha composto, cantato e arrangiato le parti vocali di tutte le canzoni, ha suonato chitarre acustiche ed elettriche, strumenti indiani e percussioni di ogni genere, e registrato i vari rumori d’ambiente che si sentono qua e là. Il disco è prodotto da Claudio Belletti, anche alla batteria, e registrato da Thomas Guiducci che l’ha anche aiutata in studio insieme ad altri pregevoli musicisti come Dario Lombardo, Manuela Marassi e Stefano Lenardon.
L’album si snoda su tratte blues-folk-psychedeliche ed è un viaggio spirituale ed introspettivo della sua autrice che in compagnia del Bianconiglio (sono distribuiti un po’ dappertutto i riferimenti ad Alice in Wonderland, a cominciare dalla copertina) esplora i meandri più reconditi della sua personalità.
Il primo lato ha una matrice blues molto marcata. Aperto da una breve introduzione strumentale, ciò che si ascolta subito dopo è Il cuore pulsante di Beating, blues scarno e primordiale, quasi ancestrale. Più viscerale e moderno quello su cui è costruita Play Guitar is Not Enough e dai sapori marcatamente jazzati Nothing is Wrong, impreziosito dalla tromba fumosa e notturna di Stefano Chiappo. My Baby’s Blues è un folk blues su cui si appoggia una pregevole chitarra slide e trova spazio un bel solo di quella elettrica chiude la prima parte. Lungo tutto il disco è davvero notevole anche la prestazione vocale fornita dall’ex vocalist dei No Strange.
Il secondo lato si muove su territori più weird-folk e psichedelici e forse mostra ancora un pizzico di personalità in più. Alice è deliziosamente delicata, ed è quasi infantile In The Woods, una filastrocca che ha radici profonde nell’Old Time Music; A Feather And a Camelia è un’eterea morbidezza acustica. In Carla Bleys Hair Rosalba è accompagnata da Ludovico Ellene e dagli Astral Weeks; questo è il brano più lungo e psichedelico in scaletta e ai suoi otto rarefatti minuti in sospensione temporale tra sogno e realtà è affidato il compito di chiudere il vinile. Non il cd, dove lo fa Freedom Blues che chiude virtualmente anche un cerchio con il primo lato.
Ci sono rubriche su famose riviste nonché interi libri che raccontano meraviglie di album passati inosservati al tempo della loro uscita e poi riscoperti e valorizzati successivamente. Sarebbe un peccato se a questo disco di Rosalba Guastella toccasse quella sorte dal momento che ci sono 250 copie numerate di prima stampa che attendono di appoggiarsi fin da subito su un bel giradischi.