Mercy Mercy Me (the ecology): Marvin Gaye (1970)
L’anno e’ il 1970. Il Luogo è Detroit capitale statunitense dell’industria automobilistica nota per questo come Motorcity o Motortown, abbreviato in Motown. Gia’ proprio come il nome dell’etichetta discografica di Berry Gordy jr il cui slogan promozionale recitava “the sound of young america” e che da anni faceva regolarmente sfracelli nelle classifiche, e non solo quelle di musica soul-r & b, grazie a nomi come The Four Tops, Diana Ross & the Supremes, The Temptations, Tammie Terrel e Marvin Gaye.
Si, Marvin Gaye, l’uomo il cui aspetto ultravirile e la cui voce angelica costituiscono un formidabile cocktail in grado di riscaldare come nessun’altro cuore e sensi delle platee femminili. Un uomo che vive dentro di se un aspro conflitto tra il paradiso di ciò che vorrebbe essere e l’inferno di ciò che invece è, un conflitto che lo accompagnerà dolorosamente fino alla prematura morte violenta per mano del proprio padre.
Gaye è coniugato con la sorella del boss della Motown in un unione complessa non certo scevra di complicazioni dovute al suo ruolo di top seller nell’etichetta gestita con pugno di ferro da Gordy.
Nel 1970 Gaye comprende che il tempo per le hits fondate sulla rima cuore–amore è ormai al termine.
La fine degli anni 60 ha visto una rivoluzione per le strade degli Stati Uniti d’America. Tra movimento per i diritti civili, comuni incentrate su droga e amore libero, cortei di protesta contro la guerra in Vietnam, la violenza della polizia, il razzismo senza limiti nel sud del paese il paese sta ribollendo.
La colonna sonora di questa rivoluzione portava la firma tra gli altri di nomi come Doors, Hendrix, Dylan, Sly Stone, Jefferson Airplane, Love, Davis
Gaye sente vibrare dentro sè una forte spinta a raccontare quello che vede in questa nuova America. Il frutto di queste riflessioni si chiama “What’s going on” un brano emblematico già dal titolo, un titolo che non porta il punto interrogativo. Sta succedendo qualcosa. E una affermazione non una domanda: Il mondo sta cambiando.
Gaye pretende una pronta pubblicazione del suo nuovo brano in cui crede tantissimo. Gordy si oppone, lo trova orrendo ma soprattutto lo ritiene troppo politico per essere passato in radio e quindi lo vede destinato al fallimento.
Gaye entra in sciopero, non scriverà ne’ canterà più nemmeno una nota se “What’s going on non verrà pubblicata.
Il braccio di ferro si conclude a suo favore. Il singolo vende più velocemente di qualunque altra uscita Motown. Berry Gordy si cala le braghe, come si può del resto rifiutare una tale montagna di denaro in arrivo ?, e accetta la pubblicazione di un intero album che porterà il medesimo titolo.
“Whats Going o”, l’LP esce a meta’ del 1971 e diventerà il disco senza dubbio più rilevante a livello storico e sociale mai pubblicato da Gaye e dalla Motown.
Al suo interno si puo’ trovare il meltin’ pot di riflessioni di Marvin sulla situazione attuale di un paese in cui le contraddizioni soprattutto negli ambiti urbani (“Inner city blues”) stanno esplodendo come non mai e in cui il conflitto tra le giovani generazioni e le precedenti ha raggiunto un livello mai prima conosciuto (come gia’ intravedeva il Dylan nel 66 che cantava “Something is happening and you don’t know what it is, do you MR Jones ?”).
Il pezzo che chiude la prima facciata porta il titolo di “Mercy Mercy me (the ecology)”. E’ una preghiera, una richiesta di perdono rivolta a Dio da un Marvin Gaye che si fa carico delle responsabilità dell’uomo nell’opera di incessante e progressiva distruzione dell’ambiente naturale. Il testo è semplice, forse ingenuo letto con gli occhi di oggi, ma racconta lo sgomento di fronte ad uno scempio che allora certamente era ancora lontano dai livelli che stiamo conoscendo adesso ma che già era visibile in particolare nella nazione piu’ industrializzata del pianeta per chi aveva gli occhi aperti.
La sensibilità dimostrata da Gaye sul tema non era granchè condivisa all’epoca, se non il primo certamente “Mercy Mercy me” e’ infatti uno dei primi brani a riflettere e a far riflettere sull’ecologia.
Lo fa con parole semplici ed immediate che possano arrivare direttamente a tutti, e con uno sguardo allo stesso tempo innocente come quello di un bambino e colpevole di chi sa di fare parte della genia vivente che sta causando l’immane disastro che si sta disvelando negli ultimi mesi ai nostri occhi, dopo quasi cinquant’anni da quella canzone.
Oh, mercy mercy me
Oh, things ain’t what they used to be
No, no
Where did all the blue sky go?
Poison is the wind that blows
From the north, east, south, and sea
Oh, mercy mercy me
Oh, things ain’t what they used to be
No, no
Oil wasted on the oceans
and upon our seas
Fish full of mercury
Oh, mercy mercy me
Oh, things ain’t what they used to be
No, no
Radiation in the ground and in the sky
Animals and birds who
live nearby are dying
Oh, mercy mercy me
Oh, things ain’t what they used to be
What about this overcrowded land?
How much more abuse from
man can you stand?
My sweet Lord
My sweet Lord
My sweet Lord
OH PIETÀ, PIETÀ PER ME
Oh pietà, pietà per me
Oh, le cose non vanno più come un tempo
No, no
Dove sono finiti tutti (quei) cieli blu?
Veleno nel vento che viene
da Nord, da Est, da Sud e dal mare
Oh pietà, pietà per me
Oh, le cose non vanno più come un tempo
No, no
Il petrolio ha devastato gli oceani
e sopra i nostri mari
il pesce è pieno di mercurio
Oh pietà, pietà per me
Oh, le cose non vanno più come un tempo
No, no
Radiazioni nel terreno e nel cielo
animali ed uccelli che
vivono nelle vicinanze stanno morendo
Oh pietà, pietà per me
Oh, le cose non vanno più come un tempo
No, no
Quante altre offese
dall’uomo puoi (ancora) sopportare?
Mio Signore
Mio Signore
Mio Signore