Federico Sacchi – Black HITstory Revisited al Gioiello
Teatro Gioiello, Torino 5/6 dicembre 2023
La bravura e il talento di Federico Sacchi credo siano ormai evidenti a tutti coloro che abbiano assistito ad almeno una delle sue esperienze d’ascolto. Due settimane fa, però, per festeggiare i dieci anni del suo progetto Musicteller, Federico ha deciso di superare se stesso, portando in scena al teatro Gioiello di Torino per due serate (avrebbe dovuto essere uno spettacolo unico, ma a furor di popolo e di sold out è stata aggiunta una seconda data) lo strepitoso “Black HITstory revisited”.
In questo viaggio lungo un secolo all’interno della black music, dei brani e degli artisti che hanno cambiato la storia non solo della musica e della società, il nostro music teller non è solo, ecco la grande novità: questa volta l’interpretazione musicale dei brani proposti è live ed è affidata ad una band sorprendente e strepitosa: gli SLWJM, un quartetto davvero incredibile che ha lasciato tutti gli spettatori, non solo me, a bocca aperta.
La bellezza dei brani proposti durante lo spettacolo è stata amplificata dalla dimensione live, che ha dato un’ulteriore boost di intensità ed emozione ai racconti di Federico, che ha scelto di mostrarci quanto, e come, la black music sia sempre stata strettamente collegata alle istanze sociali per cui la popolazione nera ha sempre dovuto lottare. Nel corso di due secoli (tanto dura il rutilante viaggio proposto dal nostro Musicteller) gli artisti hanno sostenuto e divulgato attraverso la propria musica le posizioni sociali e politiche dei loro leader, veicolando messaggi e inviti alla lotta come una casa di risonanza di incredibile bellezza e valore artistico.
Ma come ci è stato raccontato tutto questo? In modo assolutamente coinvolgente ed emozionante, aggiungendo all’ormai consueto estro di Federico e alle indiscutibili doti degli SLWJM, elementi di sorpresa legati all’intervento di diversi special guest, a sottolineare i momenti maggiormente cruciali, o di passaggio di sottogenere musicale: i fiati magistralmente suonati da Gianni Denitto e Simone Garino, le danze eseguite dalla bravissima Barbara Menietti, l’intervento incisivo di Willy Peyote.
Ovviamente è la selezione musicale dei brani la struttura, l’ossatura, su cui tutto lo spettacolo si regge e tutta la magia si sprigiona, ma senza Federico Sacchi, senza il suo talento, la sua preparazione, l’interpretazione attoriale che imprime al suo stesso testo, tutto questo sarebbe riconducibile a mera playlist, non all’incanto che pervade lo spettatore ogni volta che assiste ad una sua esperienza d’ascolto, un’esperienza che ti lascia incantato e appagato, sì, ma ti spinge anche a voler approfondire, a volerne sapere e conoscere sempre di più: più musica, più contesto, più storia.
Queste due repliche ormai sono andate, il mio augurio è che possano essercene presto altre, il mio invito a tutti quelli che avranno occasione di leggerci è di cogliere ogni occasione per assistere ad una qualsiasi esperienza d’ascolto di Federico Sacchi: non avrete in alcun caso di che pentirvene.
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