Ritorni del terzo millennio: I Karma sul palco di sPAZIO211
Ci è voluto il lockdown dell’anno 2020 per consentire a David (Moretti) e soci il tempo di riesumare qualche demo e qualche registrazione e fare rinascere potente la voglia di tornare a suonare. È dal 1996 che I Karma avevano lasciato i palchi, anche se si sono rivisti verso la metà dei 2000 con il progetto di Juan Mordecai (Moretti&Viti) e in collaborazioni con Afterhours e Casino Royale.
Erano gli anni del nuovo rock italiano, c’era il grunge, gli After e i Marlene, i Casino Royale e Ritmo Tribale, tra Milano e Torino, seminale per quanto riguardava il post rock, basti pensare ai Negazione e poi ai Fluxus di Franz Goria, c’era un filo conduttore. In tutto questo deflagrarono i Karma, (David Moretti, Andrea Bacchini, Andrea Viti, Diego Besozzi e Alessandro “Pacho”) con il loro primo storico album per Ritmi Urbani e poi il successivo Astronotus con venature più psichedeliche.
Erano gli anni del grunge, l’influenza di band come Alice in Chain, Soundgarden e Screaming Trees scorreva potente nel loro suono. Un album di esordio omonimo che resta una pietra miliare del rock italiano, con una serie di brani intensi, corredati da songwriting di grande spessore.
Hanno anticipato di almeno vent’anni le tematiche ambientali, il rispetto per il respiro della terra che adesso è alla base delle contestazioni giovanili del Climate Change, pezzi come “La terra”, “ll cielo“ e “Sabbia”, per citarne alcuni. E anche per il sound, potente ma originale, con l’inserimento di suoni orientaleggianti, con l’uso del sitar e atmosfere psichedeliche di grande impatto.
E ieri sera, davanti al palco di Spazio211, tutto si è materializzato di nuovo come per magia, eravamo tutti lì, come quasi trent’anni fa, qualche luccicone e poi via con i brani del nuovo K3, lavoro di grande pregio e maturità, sotto l’etichetta Vrec Music Label e la distribuzione di Audioglobe. Che non fosse una semplice reunion lo si è capito subito, la band ha realizzato il nuovo album al completo. È infatti quasi incredibile che il gruppo abbia mantenuto la stessa formazione per così tanto tempo, specie considerando che i Karma sono stati più tempo dormienti che in attività. David Moretti, Andrea Viti, Andrea Bacchini, Alessandro “Pacho” Rossi e Diego Besozzi, sono sempre stati in contatto, nonostante le distanze geografiche e hanno deciso di nuovo di lavorare insieme ad un grande e attesissimo ritorno. Che è avvenuto in grande stile, non c’è un filo di polvere su di loro, la voce ed il carisma di David, lo spessore di Andrea (Viti), le percussioni folli ed insostituibili di “Pacho“ e il martello di Diego. Manca la chitarra di Andrea Bacchini, ma solo dal vivo, sostituita egregiamente da Ralph Salati, nuovo e più giovane compagno di palco, ma perfettamente fuso nel fulcro dei Karma.
Forse quando passa il tempo e si comincia a fare qualche bilancio, viene l’urgenza di comunicare e di farlo nel modo in cui si è più capaci, e loro lo hanno fatto presentando un lavoro in equilibrio tra il classico e il moderno, inserendo quella qualità nei testi e nella musica che da sempre li contraddistingue.
La prima ora di concerto è tutta su questo filo conduttore, che apre con “K3” e “Neri Relitti”, una sorta di rivincita contro il tempo che passa, ma in cui si continua a vivere e resistere. Un po’ come hanno fatto i Karma e i loro fan, che a lungo li hanno attesi. L’emozione si mischia all’energia che sempre aleggia nell’aria ai loro concerti e che finalmente abbiamo ritrovato.
“Jaisalmer” da Astronotus, comincia ad aprire la strada a quello che furono ed alla loro passione per le atmosfere psichedeliche e mistiche, che fa da traino per “Abbandonati a me”, “Atlante” e “Luce esatta, che sono un po’ la cifra stilistica dei Karma2023. Ma è con “Cosa resta” una delle perle di Karma, il loro album omonimo che si comincia a cantare con David. “Goliath”, “Ophelia”, “Il monte analogo” e “Eterna”, sono in qualche modo il fulcro del nuovo album, in cui lo spessore e la profondità dei testi ben si fonde con la potenza delle chitarre e della sezione ritmica. C’è spazio anche per “3° Millennio”, ancora da Astronotus, brano esplosivo, che mostra i Karma in tutta la loro inalterata classe e potenza.
Il palco è piccolo ma questo favorisce l’intimità e la bellezza di quello che deve arrivare. Prima la cover di “Quello che non c’è” degli Afterhours, brano scritto in collaborazione con Andrea Viti e che la sera prima ha visto anche Manuel Agnelli sul palco del Bloom di Mezzago a cantarla con loro, poi “Corda di parole”, ultimo singolo del nuovo disco fino al momento in cui siamo entrati di nuovo tutti dentro “La Terra”, vera hit della band, di quell’album che diede loro grande fama. C’è spazio per un omaggio a Jeff Buckley, la cui morte segnò molto la band (e tutti noi), con la bellissima Teardrop di Elizabeth Fraser.
Finiamo tutti ad urlare insieme con “Il Cielo”, brano che non poteva mancare, che abbiamo amato e che in qualche modo è la nostra karma-catarsi. L’abbiamo atteso a lungo questo ritorno, loro sono in tour in Italia e continuano verso il nord est, per poi scendere verso il centro. Questa estate saranno ancora in giro, occasione imperdibile per rivederli sul palco.