tHE mÜRGEN diventa tHE mÜRGEN COLLECTIVE (episode 2) “REDASTAN”
Qualche giorno fa vi raccontavo con foga, trasporto ed entusiasmo della mutazione genetica dei sestesi tHE mÜRGEN diventati collettivo aperto ad ogni sorta di input umano, artistico e creativo, una sorta di nuova Factory A. D. 2022 di Wharoliana memoria.
Il primo progetto Neuroracer dei Candles Market ha alimentato in me notevole positività e sorpresa, un sound originale, tellurico e prodotto egregiamente risuona ancora nelle mie sinapsi; ora però giunge a me, e, come settimana scorsa ammantato nelle mura domestiche da una cappa di umidità pari al 70% nuovo e succulento materiale della seconda creatura xenomorfa partorita dalla placenta del prolifico e versatile collettivo, curioso ed affamato vediamo cosa bolle nella pentola delle pozioni dei musici di Sesto San Giovanni.
Questa volta le menti coinvolte nel progetto sono il già Candles Market Alessandro Marchetti dall’ispirata e versatilevoce, qui impegnato anche in veste di composizione su musiche e testi, troviamo invece Omar Falcone membro dellaprima incarnazione dei tHE mÜRGEN ad allestire, modulare e costruisce l’intelaiatura sonora dei brani con il suo estroe tocco magico davvero personale, Luca Candellero invece sparring partner di Alessandro nei Candles Market è quidietro la tenda del Mago di Oz ad amalgamare il tutto tra mix, mastering e produzione come già nella precedenteesperienza ma lasciando a riposo la sua funambolica e scintillante sei corde fiammante. L’album in questione che si chiama Redastan proprio come il moniker del progetto ha un suono ed un mood particolare, come un dodecaedro ogni faccia/traccia che lo compone ha caratteristiche diverse ed imprevedibili destabilizzandoci dalle certezze acquisite.
L’apertura è affidata a “Congo Mandingo“, titolo alquanto esotico. Il brano in sè ha una ritmica insolita, ci troviamo di fronte una cantilena tribale aggiornata al terzo millennio; al posto di pelli umane percosse onniscientemente, Omar crea una tribalità ritmica a base di elettronica minimale decantata ossessivamente dalla voce di Alessandro in odor di EDM amalgamando parti Diplo e il mitico dj Marco Trani mixati in uno shaker in un’insolito mesh-up.
Questa volta le menti coinvolte nel progetto sono il già Candles Market Alessandro Marchetti dall’ispirata e versatilevoce, qui impegnato anche in veste di composizione su musiche e testi, troviamo invece Omar Falcone membro dellaprima incarnazione dei tHE mÜRGEN ad allestire, modulare e costruisce l’intelaiatura sonora dei brani con il suo estroe tocco magico davvero personale, Luca Candellero invece sparring partner di Alessandro nei Candles Market è quidietro la tenda del Mago di Oz ad amalgamare il tutto tra mix, mastering e produzione come già nella precedenteesperienza ma lasciando a riposo la sua funambolica e scintillante sei corde fiammante. L’album in questione che si chiama Redastan proprio come il moniker del progetto ha un suono ed un mood particolare, come un dodecaedro ogni faccia/traccia che lo compone ha caratteristiche diverse ed imprevedibili destabilizzandoci dalle certezze acquisite.
L’apertura è affidata a “Congo Mandingo“, titolo alquanto esotico. Il brano in sè ha una ritmica insolita, ci troviamo di fronte una cantilena tribale aggiornata al terzo millennio; al posto di pelli umane percosse onniscientemente, Omar crea una tribalità ritmica a base di elettronica minimale decantata ossessivamente dalla voce di Alessandro in odor di EDM amalgamando parti Diplo e il mitico dj Marco Trani mixati in uno shaker in un’insolito mesh-up.
Annubilati dal salmo “1” arriva subito in sordina il versetto “2”, “Apoteke“. È una glaciale melodia che arriva dalle membrane dello stereo, il suono freddo, cupo ed acido sembra disgregare isensi per poi inserire dei subliminali accenni pop che portano il corpo su di un’ipotetico dancefloor, si danza e si suda su “Apoteke”, a mio avviso potrebbe esser senza dubbio un singolo spacca classifiche, qui lo dico e non lo nego.
“Der Weg” si fa spazio nell’ascolto con il suo incidere marziale di stampo krautrock però non proveniente dalla Germania bensì da una recondita orbita spaziale a noi sconosciuta, il brano sibillinamente ci porta di gran corriera alla traccia 4 dal titolo “Metallik“; qui invece Alessandro ed Omar costruiscono una sorta di nuovo suono alla Rockets, ma ancora più robotico dei francesi con la faccia argentata; infatti il brano ha proprio un gusto/suono metallico-sanguinolento che quasi si percepisce al palato, e, in più la vocina acida di lingua germanica porta in una sorta di trance sciamanica.
A metà lavoro giunge “Dress in the dark“, addirittura sentiamo i nostri intenti a cimentarsi con certa cold wave coninfluenze soul, la voce di Alessandro si fa suadente ma con un vello cibernetico come fosse il fratello bipolare di HAL9000.
“Your Cart Has Changed” colpisce come l’uppercat di Rocky Joe, l’atmosfera prende le sembianze della Neue Deutsche Welle, incidere marziale cupo e con piglio industriale secco e claustrofobico al punto giusto.
“Speak no evil” e “Home is where the heart” creano invece una sorta di connubio inseparabile.
Nell’ordine dellatracklist non potevano trovarsi distanti; “Speak no evil” è un pezzo diciamo per così dire “intimista”, si parte in sordina quasi senza disturbare per poi accelerare i BPM degni della miglior EBM, questo ibrido segna la giusta via alla successiva “Home Is Where The Heart“, sprofondiamo nella notte oscura con la sua fauna fatta di micro organismi sonori, si viene proiettati nella dimora di Morfeo ma con fervente ricezione cognitiva verso la nostra anima che viene dolcemente cullata. In dirittura d’arrivo dell’album il combo lombardo ci porta in una sorta di manifesto dal tono dadaista, giustappunto latraccia 9 ovvero “The Name Of The Band” non fa altro che dirci come si chiama la band, in tono scherzoso ci ipnotizza con il monitor Redastan oramai a delitto sonoro compiuto; autocompiacimento o dadaismo estremo ai posteri l’ardua sentenza, per me un incantevole ed irresistibile omaggio alla Beatlesiana “Revolution 9″.
“Der Weg” si fa spazio nell’ascolto con il suo incidere marziale di stampo krautrock però non proveniente dalla Germania bensì da una recondita orbita spaziale a noi sconosciuta, il brano sibillinamente ci porta di gran corriera alla traccia 4 dal titolo “Metallik“; qui invece Alessandro ed Omar costruiscono una sorta di nuovo suono alla Rockets, ma ancora più robotico dei francesi con la faccia argentata; infatti il brano ha proprio un gusto/suono metallico-sanguinolento che quasi si percepisce al palato, e, in più la vocina acida di lingua germanica porta in una sorta di trance sciamanica.
A metà lavoro giunge “Dress in the dark“, addirittura sentiamo i nostri intenti a cimentarsi con certa cold wave coninfluenze soul, la voce di Alessandro si fa suadente ma con un vello cibernetico come fosse il fratello bipolare di HAL9000.
“Your Cart Has Changed” colpisce come l’uppercat di Rocky Joe, l’atmosfera prende le sembianze della Neue Deutsche Welle, incidere marziale cupo e con piglio industriale secco e claustrofobico al punto giusto.
“Speak no evil” e “Home is where the heart” creano invece una sorta di connubio inseparabile.
Nell’ordine dellatracklist non potevano trovarsi distanti; “Speak no evil” è un pezzo diciamo per così dire “intimista”, si parte in sordina quasi senza disturbare per poi accelerare i BPM degni della miglior EBM, questo ibrido segna la giusta via alla successiva “Home Is Where The Heart“, sprofondiamo nella notte oscura con la sua fauna fatta di micro organismi sonori, si viene proiettati nella dimora di Morfeo ma con fervente ricezione cognitiva verso la nostra anima che viene dolcemente cullata. In dirittura d’arrivo dell’album il combo lombardo ci porta in una sorta di manifesto dal tono dadaista, giustappunto latraccia 9 ovvero “The Name Of The Band” non fa altro che dirci come si chiama la band, in tono scherzoso ci ipnotizza con il monitor Redastan oramai a delitto sonoro compiuto; autocompiacimento o dadaismo estremo ai posteri l’ardua sentenza, per me un incantevole ed irresistibile omaggio alla Beatlesiana “Revolution 9″.
“Autopilot” è la degna conclusione di questa prima fatica dei Redestan, un finale che in 4 minuti e 52 secondicondensa tutto l’immaginario sonoro dei sestesi come novelli Apparat e Mondoselektor; i nostri eroi nella traccia infarciscono elettropop, minimal synth, cold wave, EDM, EBM, e Neu Deutsche Welle con il loro personale “Redastanstyle” magico plasmando un nuovo e convincente verbo sonoro. Opera davvero riuscita e con una notevole e corposa produzione. Coraggio e sfontatezza artistica il leitmotivdell’intero progetto, ma non per questo non adatta e destinata ad un pubblico mainstream, tant’è che i nostri riescono anche ad avere una certa anima pop danzereccia in cui è impossibile su alcune tracce non battere il piedino sull’illuminato dancefloor alzando gli occhi ad una brillante e luminosa mirrorball venerando al nostro fianco il pronipote di Tony Manero.
Nel frattempo, tHE mÜRGEN ha iniziato a lavorare su qualcosa… Non paghi dei due lavori usciti a breve distanza il collettivo ha già in seno un altro progetto denominato Baskirija.
Non vedrà ma la luce nei negozi digitali perché é pensato per essere eseguito solo dal vivo. Improvvisazione pura, sisale sul palco senza sapere cosa si suonerà. Mr. Candellaro alla chitarra, il Signor Marchetti alle percussioni (barili,lamiere e tutto ciò che di rumoroso gli capita a tiro) e Monsieur Falcone alla parte elettronica.
Prima della pandemica piaga Baskirija è stato eseguito a Milano, cronache meneghine ci dicono di pubblico gioiosamente delirante ed esaltato; ma questa è un’altra ed incredibile storia che spero di raccontarvi al più presto.
Nel frattempo, tHE mÜRGEN ha iniziato a lavorare su qualcosa… Non paghi dei due lavori usciti a breve distanza il collettivo ha già in seno un altro progetto denominato Baskirija.
Non vedrà ma la luce nei negozi digitali perché é pensato per essere eseguito solo dal vivo. Improvvisazione pura, sisale sul palco senza sapere cosa si suonerà. Mr. Candellaro alla chitarra, il Signor Marchetti alle percussioni (barili,lamiere e tutto ciò che di rumoroso gli capita a tiro) e Monsieur Falcone alla parte elettronica.
Prima della pandemica piaga Baskirija è stato eseguito a Milano, cronache meneghine ci dicono di pubblico gioiosamente delirante ed esaltato; ma questa è un’altra ed incredibile storia che spero di raccontarvi al più presto.
REDASTAN
Tracklist
01- Congo Mandingo
02- Apoteke
03 – Der Weg
04- Metallik
05- Dress In The Dark
06 – Your Cart Has Changed
07 – Speak No Evil
08 – Home Is Where The Heart
09 – The Name Of The Band
10- Autopilot
02- Apoteke
03 – Der Weg
04- Metallik
05- Dress In The Dark
06 – Your Cart Has Changed
07 – Speak No Evil
08 – Home Is Where The Heart
09 – The Name Of The Band
10- Autopilot