Sogno di una notte onnipotente di quasi estate.
Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp – Novara Jazz 2022 – 12/06/2022
A inizio Novecento Marcel Duchamp, dadaista, surrealista, comunque capace di muoversi da una corrente all’altra con la libertà che solo l’arte nel senso più puro regala, inaugura o per meglio dire inventa il “ready made”, selezionando dalla realtà che lo circonda, ordinaria e semplice, oggetti che lievemente modificati e dotati di un titolo diventano per la loro stessa ironica essenza, forma e presenza, opera d’arte.
Si tratta di una avanguardia spiazzante per buona parte del mondo culturale, tanto che l’opera ormai iconica che lo rappresenta (“Fontana”, un orinatoio) viene rifiutata dalla esposizione organizzata dalla Society of Indipendent Artists.
Questa premessa di taglio artistico serve a spiegare l’effetto istintivo che mi hanno fatto i dodici componenti della Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp: svizzeri d’origine e avanguardisti di nome, sul palco frenetici e disordinati come chi si permette di lasciarsi andare alla passione artistica e creativa e al desiderio di sperimentare, confondere, coinvolgere.
Sono dodici ma riempiono il palco come cinquanta: un tableau vivant di immagini che fanno musica, di scene che accendono l’ascolto. Basta fare caso al trombonista che suona con la gonna a volants e pizzo, barba appena accennata, felpa grigia e piedi nudi con una intensità che smuove una gioia primitiva; la violoncellista che scuote corpo e capelli liberando una energia privata alla quale gli spettatori attingono guardandola, come nel pieno di un rito pagano, trascinante in modo ipnotico e selvaggio.
E la voce, violinista, al centro: capelli biondi sciolti, una spallina della tuta che balla insieme a lei, scivolando sulla spalla, in un piacevole sensuale abbandono.
E poi la marimba, le batterie, le chitarre elettriche, voci variegate e indefinite che si insinuano tra gli strumenti e spingono verso l’alto il ritmo, con un movimento opposto a quello dei musicisti, pronti ad accucciarsi alternativamente, durante gli assoli, spalle al pubblico. Potrei scommettere che in quegli attimi raccolti, in pieno concerto, si sorridevano tra loro, godendosela davvero.
In fondo, sono una Orchestra Tout Puissant secondo la definizione della tradizione musicale africana, “onnipotente” perché piena di contaminazioni, sregolata, eppure amalgamata dallo stesso desiderio ingenuo, spontaneo e feroce dell’arte ready made: stralci di sonorità rapite al punk, al rock, al jazz che diventano arte per quello che risvegliano rimbalzando tra testa e cuore, scatenati.
C’era profumo di estate domenica sera a Novara, per la serata conclusiva del Novara Jazz. E un sapore buonissimo di una festa appena cominciata, a mezzanotte, con un brindisi alla luna.