Live Reports

Calibro 35 (Opening act Sasso) – Ritmika, Moncalieri 09/09/2021

L’ultima data del Post-Momentum Tour è andata in scena ieri sera sul palco di Ritmika, il Festival musicale che si tiene a Moncalieri che proprio quest’anno festeggia il quarto di secolo. Questa edizione è caratterizzata da una proposta molto diversificata, con un cartellone formato da artisti come Coma-Cose, Psicologi e BNK44, Aka7ven e Samuel in grado di soddisfare molti palati.
Ad aprire la serata l’ottimo Sasso, musicista torinese innamorato dei seventies. Anthony Sasso, occhiali alla Ivan Graziani e ottimo chitarrista e compositore, già nella band di Andrea Laszlo De Simone è a capo di una band che vanta suono robusto e valvolare, appare già molto ben rodata, e propone del sano rock con forti richiami al Bowie periodo Ziggy, ai Santana e ai Pink Floyd. Per citare le influenze più evidenti. Far breccia nel cuore del pubblico è stato un attimo, tra i brani più apprezzati il singolo “Musica”, vera dichiarazione d’amore verso la più introspettiva delle arti, e “L’aquila” con Enrico Gabrielli a sorpresa ospite al sax. I loro set di una cinquantina di minuti è volato in un attimo, Un nome su cui puntare, attendiamo curiosi l’uscita del primo album.



Tempo di risistemare iI palco e partono i Calibro 35, questa volta nella formazione classica a quattro (cinque, Tommaso Colliva che fa i suoni dal fondo della sala è a tutti gli effetti membro del gruppo).
Cosa dire ancora di questa band? Dopo tutti questi anni costellati da dischi e live-set incredibili ha raggiunto un livello di coesione eccezionale, gli incastri tra gli strumenti sono di precisione svizzera e il suono ha un bilanciamento perfetto.
Il repertorio pesca un po’ da tutti gli album, a memoria solamente “Ogni Riferimento…” è stato tralasciato e “Decade” è apparso a mio avviso eccessivamente dimenticato, anche se il core della scaletta proviene naturalmente da Momentum e dall’EP che ne è seguito.


Assistere a un loro concerto è come farsi trascinare giù da un Maelström, un vortice sonoro fatto di continui rimandi al funk da blaxploitation, all’afro-beat, al jazz-noir, al nostrano cinema poliziesco e di fantascienza vintage, con omaggi continui al Morricone più coraggioso e ai maestri Piccioni, Umiliani e Lesiman (mi si creda, l’album a lui dedicato, uscito in cd e poi in vinile per la 19’40” è imperdibile). Nonostante i continui richiami al passato, la musica appare però attuale e freschissima ed è oggettivamente irresistibile.
Passaggi di un’eleganza invidiabile (gli arpeggi e l’arrangiamento di Death of Storitelling sono molto vicini alla perfezione formale) si alternano a funk infuocati (Superstudio) e leccornie beat e spregiudicatezze afro-beat (S.P.A.C.E. e Universe of the 10 Dimension). Fa capolino anche il rap, la loro più recente infatuazione (Stan Lee di cui resta solo l’ossatura della base e Black Moon con la voce alterata di un coraggioso Gabrielli) che si innesta in modo coerente col resto del programma.



La massima esaltazione, prima dei bis composto da superclassici tra cui le sempre attese Notte in Bovisa e Giulia Mon Amour, arriva con l’accoppiata One Nation Under a Format / Trafelato dove il quartetto, che in alcuni frangenti era sembrato un filino troppo calibrato, si lascia andare in fantastiche e avventurose improvvisazioni con dinamiche che virano continuamente verso la psichedelia e la sperimentazione. Una decina di minuti che hanno trasformato la serata da bellissima a fantastica.
Gabrielli, Cavina, Martellotta, Rondanini, Colliva, la classe è sempre cristallina: ancora una volta solo applausi per voi.

 

Roberto Remondino

"Wishin' and hopin' and thinkin' and prayin' Plannin' and dreamin' each night of her charms That won't get you into her arms So if you're lookin' to find love you can share All you gotta do is hold her and kiss her and love her And show her that you care".