The Beatles – She’s Leaving Home
Negli anni sessanta i Beatles hanno messo in discussione le convenzioni della musica e ne hanno rivoluzionato il suono. Mentre il mondo stava attraversando un cambiamento drastico e si stava evolvendo da un’epoca di frivole emozioni e antiquati ideali in un periodo di proteste contro la guerra, uguaglianza, diritti civili e riforme radicali, i quattro di Liverpool portarono lo stesso tipo di mutamento nel mondo musicale. Queste trasformazioni rispecchiavano le alterazioni sociali e politiche dell’epoca. Vecchi valori conservatori venivano rapidamente sostituiti da nuovi e progressisti ideali, facendo sì che la generazione precedente guardasse attonita le metamorfosi sociali in atto.
“She’s Leaving Home”, registrata il 17 marzo 1967 e pubblicata dalla Parlophone Records il primo giugno 1967, e inserita come sesta traccia sul lato A di “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”, è emblematica nel commentare simili postulati, fornisce un commento sociologico attraverso il motteggio di una madre e di un padre che non comprendono la decisione della loro figlia e il motivo per cui ha scelto di fuggire dalla famiglia. Questi personaggi rappresentano tutti i genitori e tutti i figli di quell’epoca.
È il racconto di una giovane ragazza che abbandona la sua casa. Lennon e McCartney si presero alcune libertà e aggiunsero ulteriori dettagli, in particolare sulla felicità che le era sempre stata negata. Il refrain rappresenta il punto di vista dei genitori, sono le vittime di un divario di comunicazione tra generazioni. È una delle pochissime canzoni dove non suonano alcuno strumento. Ingaggiarono Erich Gruenberg, Derek Jacobs, Trevor Williams e Jose Luis Garcia ai violini, John Underwood e Stephen Shingles alle viole, Dennis Vigay e Alan Dalziel ai violoncelli, Gordon Pearce al contrabbasso e Sheila Bromberg all’arpa. La Bromberg fu la prima donna a partecipare a un disco dei Beatles. George Martin, oltre a produrre il disco, diresse la sezione d’archi. Mike Leander si occupò dell’orchestrazione. La versione stereo è in Mi maggiore e gira più lenta rispetto alla versione mono che è in Fa maggiore, una tonalità di un semitono più alto. La versione mono fu accelerata per rendere la voce di Paul più giovanile. Il tempo è in tre quarti.
È sorprendente come i Beatles considerassero il punto di vista genitoriale. Gli Who non lo fecero con “My Generation” due anni prima, mentre, nel 1966, la “Rosie Won’t You Please Come Home” dei Kinks considerava la prospettiva dal punto di vista della divisione in classi sociali. “She’s Leaving Home” è la classica espressione di un gap generazionale. In Inghilterra, la matrice essenzialmente sociale dei conflitti giovanili, dal 1966 al 1967, sarà connotata come cultura della separazione generazionale, sarà esercitata dai giovani delle classi medio-basse, ossia da coloro che rappresentavano la sintesi della forma tradizionale di fare protesta, strettamente collegata al diritto all’alterità e alla rivolta dello stile con la “koiné diálektos” espressa dalla musica rock. L’uso del testo, l’arrangiamento, la musica di “She’s Leaving Home” lavorano insieme per illustrare tale tematica. È tutt’altro che un semplice brano, il finto classicismo dell’arrangiamento, l’uso dell’arpa evidenziano la semplicioneria antiquata dei genitori e sottolineano il dolore della ragazza. È significativa nella storia della musica popolare perché illustra la capacità di un gruppo musicale di attingere perfettamente allo Zeitgeist e fornire un commento sociale che colpisce perfettamente nel segno.
Per una volta, l’approccio di Paul è in terza persona, come in un romanzo. “Wednesday morning at five o’clock as the day begins”, inizia trepidante sulla musica di un quartetto d’archi che dovrei trovare stucchevole, ma non ci riesco. Il tutto si svolge come nelle immagini di un film: la ragazza che lascia una lettera, che chiude la porta della sua camera da letto, che scende furtivamente le scale, che sgattaiola fuori dalla porta sul retro. Amo il dettaglio ansioso di lei “clutching her handkerchief”. Immagino, come in un film di Stephen Frears, un lungo e stretto giardino di periferia cinto da muretti, macchiato di rugiada e ombroso, e sento lo scatto del chiavistello mentre lei scivola fuori. La melodia è delicata, composta, sospettosa e furtiva. L’increspatura d’arpa, all’inizio, sembra mimare una camminata in punta di piedi e una certa titubanza. C’è una sensazione di disagio e apprensione in queste note. “Wednesday morning at 5 o’clock as the day begins” è cantato in modo lievemente melodrammatico, le pizzicate delicate dell’arpa sono unite da un cupo violino che suona note profonde che evocano tristezza. L’arpa e gli archi si combinano per formare la melodia della canzone. Le note cupe ci conducono al testo “Silently closing their bedroom door/ Leaving the note that she hoped would say more” viene cantato ripetendo la stessa sequenza di note mentre violini solenni si lasciano alle spalle una certa qual delicatezza. Un violoncello si unisce in un registro più basso suonando la melodia sopra la voce: “She goes downstairs to the kitchen clutching her handkerchief”. Le note profonde del violoncello evocano l’immagine afflitta di una giovane ragazza che strizza nervosamente un fazzoletto in attesa di uno oscuro futuro.
Poi, nel refrain, entra in scena un contrappunto, le note s’impennano e si giustappongono alla voce disperata di Lennon che intona la reazione della famiglia, “We gave her most of our lives”. Potranno anche sembrare dei cliché, ma risuonano familiari. Mentre le due melodie si incastrano, tutto sfocia nell’ironia finale: “She’s leaving home/After living alone/For so many years”. Paul prende in prestito la melodia e l’arrangiamento di “Eleanor Rigby”, ma il consapevolmente letterario di “Eleanor Rigby” qui è più autentico. Se “Eleonor Rigby” era ispirata da Charles Dickens, il Dickens, per dirla alla Chesterton, del mooreeffoc, “She’s Leaving Home” esce direttamente fuori da Alan Sillitoe, lo scrittore della working class autore de “La solitudine del maratoneta”. Uno scenario reale, riprodotto notte dopo notte, nota dopo nota. Dopo tante canzoni che annunciano la rivoluzione, la pregnanza di questa canzone che parla del desiderio di liberarsi ci lascia di sasso.
Quando ci soffermiamo a leggere la seconda strofa, potremmo notare quanta ipocrisia ci fosse in quegli anziani genitori, “Why would she treat us so thoughtlessly/How could she do this to me?”, ma, conferendo a loro la parte più dolente e dimessa, McCartney rivela una sua segreta simpatia. Paul McCartney è sempre stato nel profondo un pater familias, Poi, ricordate, Paul e John legarono dopo aver perso le loro rispettive madri. Come potrebbero cantare di genitori abbandonati senza manifestare almeno un po’ di dolore? Anche gli ultimi due versi della strofa sono cantati con una voce sarcasticamente angelica, “Leaving home after living alone/For so many years”. Violini singhiozzanti risuonano in sottofondo. Le parole “Bye, bye” sono pronunciate con sconforto sovrapponendosi al “so many years” che aggiunge un senso di finalità alla decisione della figlia.
La terza strofa procede nel tempo, “Friday morning at nine o’clock she is far away”, per quanto ci venga concesso solo un criptico particolare della nuova vita della ragazza. Il violino viene percosso tre volte a comunicare un allarme mentre siamo condotti in una processione di note che iniziano con il rapido trillo di un’arpa e sentiamo le note profonde degli archi e l’arpa che viene pizzicata suonando la melodia originale. È suonata in un’ottava più bassa, sembrando molto più grave che all’inizio. “Waiting to keep the appointment she made/Meeting a man from the motor trade”, implicando un senso di urgenza per questo incontro. Si può percepire una nota di incertezza. Il futuro è nell’aria. Un venditore di automobili di seconda mano non suona troppo piacevole nonostante possa sembrare un modo per indicare un medico che pratica aborti clandestini. I violini ci conducono ancora una volta in un coro. In questo caso, la voce in falsetto canta “She/is having/fun”. Durante le armonie in contrappunto, i genitori si chiedono ancora cosa hanno fatto di così sbagliato. Quando la parola “fun” è cantata in falsetto, l’armonia in contrappunto intona “Fun is the one thing money that can’t buy”. Forse una coscienza sporca di vecchie generazioni che riconoscono che sanno, nel profondo, che la felicità non può essere comprata. Gli archi eseguono una melodia quasi classica mentre il coro, come in una tragedia greca, ammette che qualcosa alla figlia è stato negato. L’addio, “bye bye”, è seguito da un crescendo, mostrando tutta l’intensità della presa di coscienza dei genitori. La felicità che le è stata negata è la causa della sua fuga. Il brano si conclude con la frase “She’s leaving home” in un registro più basso, un violoncello risuona dopo ogni parola, facendo affondare un’ultima volta l’atmosfera della canzone. “Bye, bye” viene ripetuto ancora una volta segnalando che la figlia se n’è andata definitivamente e tutto termina con un’arpa che rispecchia il sentiment di apertura. In ogni caso, non è proprio un gioioso nuovo inizio. Anche se Paul la chiude lanciando il seguente messaggio: “She is having fun/Fun is the one thing that money can’t buy”, sembra che, adesso, lei sia felice.
Questa canzone non è un semplice richiamo alla rivolta ma una lettura dello sconforto che c’era sotto una ribellione e l’ha resa poesia.
Wednesday morning at five o’clock as the day begins
Silently closing her bedroom door
Leaving the note that she hoped would say more
She goes downstairs to the kitchen clutching her handkerchief
Quietly turning the backdoor key
Stepping outside — she is free
She (We gave her most of our lives)
Is leaving (Sacrificed most of our lives)
Home (We gave her everything money could buy)
She’s leaving home after living alone
For so many years (Bye bye)
Father snores as his wife gets into her dressing gown
Picks up the letter that’s lying there
Standing alone at the top of the stairs
She breaks down and cries to her husband:
‘Daddy, our baby’s gone
Why would she treat us so thoughtlessly?
How could she do this to me?’
She (We never thought of ourselves)
Is leaving (Never a thought for ourselves)
Home (We struggled hard all our lives to get by)
She’s leaving home after living alone
For so many years (Bye bye)
Friday morning at nine o’clock she is far away
Waiting to keep the appointment she made
Meeting a man from the motor trade
She (What did we do that was wrong)
Is having (We didn’t know it was wrong)
Fun (Fun is the one thing that money can’t buy)
Something inside that was always denied
For so many years (Bye bye)
She’s leaving home
Bye bye