La fisarmonica e il suo respiro. Richard Galliano a Monfortinjazz.
Uno sgabello, un microfono, un leggio. Ecco come si presenta il palco dell’anfiteatro Horszowsky di Monforte d’Alba. Alle 21:45 di una magnifica serata di mezza estate quello sgabello sarà occupato da una leggenda vivente della musica e l’ora e mezza che seguirà sarà di pura magia.
Credo che Richard Galliano non abbia bisogno di presentazioni, con la sua fisarmonica l’artista francese di origine piemontese prossimo al mezzo secolo di una carriera esemplare, ha attraversato diagonalmente tutta la Musica senza mai farsi imbrigliare da stili ed etichette perché “le sole cornici della musica sono melodia, ritmo e armonia”. E’ l’approccio che si riflette sulla scelta dei brani che costituiranno la spina dorsale di una scaletta pensata per condurre il pubblico in un percorso emozionale attraversando generi musicali, epoche e aree geografiche differenti.
La prima cosa che si sente uscire dal sistema di amplificazione è il respiro della fisarmonica. Con un effetto semplice e geniale ottenuto dal Maestro aprendo e chiudendone il mantice, lo strumento si anima e prende vita, elevandosi a simbolo di rinascita e ritorno alla normalità.
Tutta la musica che seguirà sarà qualcosa di memorabile e veramente emozionante. Dopo una sequenza iniziale fatta di pezzi autografi siamo accompagnati al Claire de Lune tra i boulevard parigini, i brani scritti da Debussy e Erik Satie sono stati strabilianti per sensibilità artistica e raffinatezza dell’arrangiamento.
Non potevano mancare brani dal repertorio di Astor Piazzolla, dal cui lavoro l’artista francese trasse giustamente forte ispirazione per poi traghettarne le intuizioni verso altre stimolanti e inedite avventure musicali. Dall’autore argentino arrivano puntuali “Libertango” e “Oblivion”, eseguite con grande classe e la solita maestria. Anche la finestra aperta sulla musica brasiliana è stata molto apprezzata dal pubblico, dalle musiche di quella terra sono state offerte “Feira de Mangaio” portata al successo da Sivuca e Clara Nunes e “Ciao Sao Paulo” scritta di suo pugno, mentre la collaborazione musicale avuta con Chet Baker è stata ricordata con una versione di “Summertime” molto sentita. Come l’esecuzione di almeno tre brani scritti dal suo grande amico Michel Lagrand.
Per chi scrive il medley dedicato al nostro grande maestro Ennio Morricone rimarrà uno dei momenti più emozionanti ascoltati in un concerto: Richard Galliano ha toccato molti dei temi che hanno reso immortale il compositore romano, iniziando giustamente con “L’Uomo dell’Armonica” e terminando una decina di minuti dopo con l’accenno alla melodia di “Metti una sera a cena” ha reso omaggio al Morricone più evocativo come a quello più lounge, leggero ed estivo.
Prima e dopo altri tanghi, altri valzer e altre bellissime arie ma quella manciata di minuti resterà scolpita nella storia del Jazz Festival di Monforte.