Sergio Panno, “Una vita in levare” – Ed. Historica
Aver partecipato a una stagione irripetibile della musica, esserne stato parte a vari livelli, da quello di musicista a quelli di produttore, manager, organizzatore, per poi lasciarsi ammaliare da un’isola incantata e trasferirvisi lasciando tutto alle spalle. Ora, a decenni di distanza, sentire l’esigenza di raccontare la propria storia. O, meglio, frammenti sparsi che compongono un puzzle inquadrato in cornici più elaborate, appena più complete.
Queste le impressioni lasciate dalla lettura di questo breve libro di Sergio Panno, dal 1965 al 1974 batterista dei Dik Dik, gruppo che ha rappresentato moltissimo nella diffusione del pop in terra italica e al quale dobbiamo la conoscenza di classici stranieri del calibro di 1-2-3 di Len Berry, loro primo singolo e sul cui retro compariva una delle prime composizioni di un ancora sconosciuto Lucio Battisti (Se Rimani Con Me il titolo). Proprio quest’ultimo suggerirà loro l’ascolto di California Dreamin’, che diventerà Sognando La California e li proietterà ai vertici delle classifiche. Numerosi anche i brani autografi e gli album, spesso di ottima fattura.
L’abbandono della formazione coincide con la scelta dedicarsi pienamente al management e all’attività “dietro le quinte” nel mondo dello spettacolo in maniera più ampia, diventando l’impresario di Umberto Tozzi, Iva Zanicchi, Marcella Bella e molti altri.
Panno diventerà anche produttore cinematografico e televisivo, per esempio portando al successo Diego Abatantuono, Marisa Laurito e I Gatti Di Vicolo Miracoli: rimarrà molto legato soprattutto a Jerry Calà, diventando per lui un vero amico più che un manager, aiutandolo in momenti difficili a trovare un successo che sembrava impossibile potesse ottenere da solista, e al quale sono dedicate varie pagine.
Un personaggio a tutto tondo, dunque, nel cui curriculum troviamo persino il film “Mary per sempre“, per il quale ha curato la colonna sonora, fino alla scelta di creare il Club Levante sull’isola di Pantelleria, a pochi passi dal buen retiro scelto anni prima quale periodico soggiorno e poi diventato residenza irrinunciabile.
Si poteva forse desiderare qualche ricordo più dettagliato degli anni ruggenti, ma l’intenzione dell’Autore era probabilmente quella di rappresentare se stesso nelle varie fasi, soprattutto quelle che per lui siano risultate maggiormente di successo e che abbiano rappresentato una gratificazione personale superiore allo stesso.