MetafoRockamente, Amore.
“Il rock’n’roll non finirà mai. È come con le donne, quando finisce con una, ricominci con un’altra. Avete presente quello che voglio dire, no?”
(Mick Jagger)
“Punk significa libertà musicale. È dire, fare e suonare ciò che ti pare. Sul dizionario Webster, ‘nirvana’ significa libertà dal dolore, dalla sofferenza del mondo esterno: è quanto di più vicino alla mia definizione del punk rock.”
(Kurt Cobain)
“My my, hey hey
Rock and roll is here to stay
It’s better to burn out
Than to fade away
My my, hey hey.”
(Neil Young, “My My, Hey Hey – Out Of The Blue”)
Ho sempre pensato ai brani di musica rock come a delle calzanti e utilissime metafore delle relazioni amorose, proprio per quella loro capacità di far sbocciare, esplodere, scoprire nel nostro intimo sensazioni ed emozioni equiparabili a quelle sentimentali.
E così, ci sono i brani che sono dei sempre verdi, simboli di qualcosa che non tramonterà mai, che ascolteremmo milioni di volte nella nostra vita senza mai neppure provare tedio, fastidio e nemmeno noia: sono quelle canzoni che ascoltiamo già da giovani e con cui rimarremo – nel bene o nel male – fino alla fine dei nostri giorni.
Esistono brani per cui proviamo un amore profondo e immediato, già al primo ascolto, un trasporto totale: in questa categoria però troviamo le canzoni che rimarranno comunque e sempre grandi passioni, e quelle invece di cui ci disamoriamo altrettanto velocemente e all’improvviso e che, per quanto le potremo ascoltare ancora altre volte durante la nostra esistenza, non ci daranno mai più neppure lontanamente le stesse sensazioni ed emozioni che ci davano la prima volta che le abbiamo ascoltate.
Poi ci sono i brani che proprio non possiamo sopportare, fino a quasi all’odio completo: anche questa categoria si divide in due sottocategorie, e cioè quelle delle canzoni che in ogni caso continueremo a odiare e non sopportare mai (perché proprio diametralmente opposti al nostro vivere e sentire), e quelle che col tempo, ascoltandole bene, tutto sommato…
Infine c’è una categoria definitiva, costante, sempre presente e ben individuabile in ognuno di noi: “IL” brano, quel pezzo che rimarrà dentro di te per tutta la vita, che per quanto possa capitarti di non riascoltarlo più per anni e anni (magari volutamente), ti capiterà di risentire magari per caso dall’altoparlante di un negozio, di un luogo pubblico, di un ristorante, o di una stazione, pensando che nonostante tutto la tua passione per quel brano è rimasta immutata.
E lo saluterai come si salutano quegli amori lì, dicendogli ‘ciao’, e poi ‘arrivederci alla prossima volta’. Insomma, la musica è in tutto e per tutto una ‘metafora’ dell’amore: tranne che per una piccola, quasi impercettibile, se vogliamo corposamente trascurabile ma sostanziale differenza: l’effetto nel tempo.
Perché, come diceva Robert Allen Zimmerman, “Il bello della musica è che quando ti colpisce, poi, non senti dolore”.