XTRMNTR Primal Scream (2000)
Vent’anni dopo l’ultima rivoluzione del rock’n’roll
Il 31 Gennaio 2000 i Primal Scream lasciano deflagrare in tutti gli angoli del pianeta un ordigno che anche a distanza di vent’anni può essere considerato come l’ultima mutazione genetica di un rock (‘n’ roll) che in quel momento storico è ancora centrale nel suo ruolo di cardine all’interno del vasto mondo del pop pur avvertendosi che lentamente ma progressivamente qualcosa sta definitivamente cambiando.
Sono trascorsi nove anni dalla prima “rivoluzione” apportata dai Primals nel mondo del pop con “Screamadelica”, quell’ibridazione tra i territori del rock e della dance elettronica che cristallizzava lo Zeitgeist di una precisa epoca (quella post Madchester immersa nei rave parties) in qualcosa che non si era mai sentito.
Sono relativamente poche le band che davvero riescono a creare qualcosa di nuovo nell’ambito di una carriera, pochissime quelle che riescono a farlo per più di una volta. Bobby Gillespie e sodali a quasi un decennio di distanza da quel disco stupiscono ancora una volta con “XTRMNTR” un album che sin dal titolo (contrazione di “Exterminator”) e dalla copertina vagamente bellici annuncia di non voler fare prigionieri.
I due dischi che lo hanno preceduto, sulla scia di “Screamadelica”, sono riusciti a mantenere i Primals sulla mappa rock degli anni ‘90 come punto focale da non perdere di vista. “Give out but don’t give up” è stato un omaggio devoto e per questo un po’ passatista (sebbene riuscito) al rock’n’roll così come è sempre stato fatto, il successivo misterioso “Vanishing Point” è stata una psichedelica mina vagante che nei suoi drogati meandri lasciava vagamente presagire che stava per arrivare qualcosa di memorabile.
XTRMNTR è forse l’ultima vera volta in cui il rock cambia pelle ibridandosi con il noise e l’elettronica radicale mantenendo intatta la sua pericolosità sonora e sociale. I testi sono rivoluzionari e controversi a partire dai titoli “Kill all Hippies”, “Swastika Eyes”, “Exterminator”, “Accelerator”, “Pills” “Shoot Speed, Kill Light”.
Il suono è qualcosa di inaudito, sporco, slabbrato, potente, un ibrido tra chitarre distorte inserite in un tessuto noise, feedback spaziale, pulsazioni elettroniche che non lasciano tregua, beats figli dell’hip hop. E su tutto la voce viziosa, strafottente, minacciosa di un Bobby Gillespie in stato di grazia.
E’ talmente “troppo……..” questo nuovo verbo rock mutante che non basterà “XTRMNTR” per contenerlo, due anni dopo infatti “Evil Heat” ne porterà con se un ulteriore carico quasi altrettanto devastante che ha solo il “difetto” della mancanza dell’effetto sorpresa.
Dal vivo questi Primal Scream diventano definitivamente una macchina da guerra come poche altre e lo resteranno per tutti gli anni a venire. E’ sufficiente l’ascolto di quella mitragliata senza requie del “Live in Japan” uscito nel 2003 per rendersene pienamente conto.
A vent’anni di distanza “XTRMNTR” resta come pietra miliare di quel momento esiziale in cui il rock, quello che corre rischi, quello che osa, quello che non ha paura di sporcarsi le mani con altro, quello che profuma di divieto e di pericolo, lancia le sue ultime frecce mentre all’orizzonte già si intravede che nel futuro il suo ruolo, soprattutto nei confronti del mondo giovanile, è destinato a diventare di retroguardia.
God bless the Primals