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I 40 anni di The Wall

30 Novembre 1979
I Pink Floyd pubblicano The Wall.
Un muro bianco ne riveste la copertina che riempie le vetrine dei negozi di dischi di tutto il mondo.
C’è chi lo detesta (di solito perche detesta Waters o viceversa).
C’è chi lo considera, giustamente, l’ultima opera davvero significativa di una delle band più rilevanti di sempre.
Eppure è il frutto di un gruppo in sfacelo, la cronaca della fine rancorosa di un esperienza sonora che ha lasciato tracce memorabili in milioni di persone.
Con The Wall e il seguente epitaffio The Final Cut l’egemonia di Waters è completa e conclamata.
L’era dei concept album raggiunge con il Muro probabilmente il suo Zenith e la sua conclusione con un progetto che nasce da profonde radici personali che, al di là del disagio a volte confinante con la paranoia del suo autore, riesce tuttavia a toccare temi sociali e umani universali.
The Trial- Il processo, brano posto verso la fine del doppio album, è il vertice narrativo di tutto il lavoro e troverà perfetta illustrazione nell’animazione di Gerald Scarfe inserita nel film di Alan Parker.
Nel 1979 Another brick in the wall era ovunque in tutto il mondo, anche in Italia. I Floyd vennero accusati di flirtare con la disco music un peccato all’epoca passibile di scomunica.
Solo pensare che nelle discoteche all’inizio degli anni 80 sia stato ballato un pezzo così intriso di rabbia, rifiuto degli schemi, spirito di rivolta fa girare la testa.
The Wall, volenti o nolenti, ha segnato un punto di svolta, le colonne d’ercole che indicano la conclusione degli anni settanta, la fine di una certa epica e l’inizio di una nuova epoca.
E con il senno di poi davvero non pare un caso che sia stato pubblicato ad un mese dalla fine di quel decennio di cui i Pink Floyd erano stati tra i più potenti simboli.
Qualche mese dopo con la morte di John Bonham anche i Led Zeppelin l’altro simbolo per antonomasia dei seventies avrebbero chiuso la loro epopea.
Un’era si concludeva
Se ne apriva una nuova.
Caso vuole che esattamente dieci anni dopo la costruzione di questo Muro, nello stesso mese di novembre, un’altro Muro sarebbe caduto nella città di Berlino.
Giocoforza fu Waters, essendo ormai i Pink Floyd storia, a celebrare l’evento.

must the show go on?
(Ooh, pa) take me home, take me home, take me home
(Ooh, ma) let me go
There must be some mistake
I didn’t mean to let them take away my soul
Am I too old, is it too late?
where has the feeling gone?
(Ooh, ma, ooh, pa) will I remember the songs?
(Ooh, ah)
The show must go on

 

Ettore Craca

"Nel suono, nella pagina, nel viaggio, nell'amore io sono. In ogni altro luogo e tempo non sono".