We need protection! (of course)
Anche il fumo delle chiacchere rovina gli affreschi.
(Dino Basili)
Abbi cura dei tuoi ricordi perché non puoi viverli di nuovo.
(Bob Dylan)
“Well all these times they come and go
And alone don’t seem so long
Over ten years have gone by
We can’t rewind, we’re locked in time…”
(Jack Johnson, “Do You remember?”)
Chi appartiene più o meno alla mia generazione, e ha a cuore la musica rock come il sottoscritto (e come molti dei qui ‘leggenti’), si ritrova ultimamente con l’ingrato compito di dover fare – quasi quotidianamente – la conta dei rockers deceduti. Non che quando eravamo giovani non morisse mai nessuno, intendiamoci: i casi li conoscete di certo anche voi, improvvise e dolorose sparizioni di giovani e fulgenti idoli dal cuore di metallo e – spesso, e purtroppo – dallo spirito friabile. Ma ad ogni modo, pur nella dolorosa tristezza del momento, si era coscienti che fossero casi comunque isolati, quasi lo scotto da pagare al dio del rock per la grandezza musicale del personaggio. Ovviamente, adesso, queste tristi scomparse hanno tutt’altro sapore e significato: rappresentano la mortalità dell’essere umano, e anche un po’ il nostro lento ma normale invecchiare.
A prescindere da questi discorsi da “vecchi”, quando comunque scompare un personaggio che della musica ha fatto il suo vessillo, e che ha inebriato le vostre giornate grazie esattamente a quella e ai propri strumenti (siano questi chitare, batterie, voce o tutti allo stesso tempo), ciò che rimane da fare – subito dopo o, se siete davvero bravi, anche contemporaneamente al compianto della loro morte – è provare a trasformare quella musica in promemoria, nel senso proprio del termine: e cioè, fare della loro arte uno scritto, un appunto sulla tabula dell’esistenza, con cui ricordare ciò che è importante non dimenticare. E fare in modo che questo lo sia per chi non ha avuto modo di conoscerli, ma anche (e soprattutto) per voi stessi. Trarre il bene da qualcosa che non lo è di certo, preservando quanto di buono vi è stato donato da quella persona. Che non è assolutamente come vivere nel ricordo (cosa che non farebbe un gran servizio a voi, ma nemmeno nei confronti di chi, in vita, ha cercato di dare un contributo reale alla musica, sé stesso e alla passione che condivideva con gli altri): è piuttosto un modo di andare oltre la fine terrena di una persona. È un modo di onorare anche voi stessi, e tutto il bene che – grazie a quelle melodie, note, liriche, e vezzi particolari che ogni personaggio del rock ha – vi si è depositato nel sangue, nel cuore, sotto pelle e nel vostro spirito. È un modo di conservare, per non far deteriorare.