Hans Bertil Ingemasson (29/10/1964 – 17/09/2019)
Alzi la mano chi abbia avuto un sussulto nel leggere il nome di cui sopra: significa che era “dentro” la formidabile scena scandinava degli anni 80 con tutte le scarpe (e il parka). E se ha combattuto l’artrosi per alzare il braccio, il motivo è anagrafico: supera certamente le cinquanta primavere.
1986. Nei negozi di dischi indipendenti le vetrine sono occupate da “Heyday” dei Church, “Born Sandy Devotional” e “In The Pines” dei Triffids, “Liberty Belle And The Black Diamond Express” dei Go-Betweens, a certificare come il continente australiano tendesse a polarizzare l’attenzione del mercato che gravitava ai margini di quello controllato dallo strapotere anglo-americano. Ma ce ne sono un paio che fanno capolino più raramente, entrambe recanti foto dei membri dei rispettivi gruppi con capelli a caschetto e abbigliamento sixties style: una è a sfondo nero, con le foto in b/n e scritta dorata “The Sick Rose, Faces”, prettamente garage, mentre l’altra aggiunge un tono psichedelico nella colorazione della foto, con scritte in viola recanti il nome del gruppo, The Creeps, e il titolo che è un invito irresistibile “Enjoy The Creeps”. Due dischi clamorosi: garage rock venato di psichedelia e spruzzato di soul.
Entrambi dominati dal suono dell’organo, chitarre “fuzzate” e una voce caratteristica, saranno glorie locali con un largo seguito oltre confine: i primi, italiani e attivi da un paio d’anni, provenienti dalla provincia di Torino, mentre i Creeps dalla Svezia.
Il Farfisa che imperversa tra i solchi di “Enjoy The Creeps” è quello di Hans Ingemasson, backing vocalist e coautore di un brano (sarà molto più attivo nella composizione in seguito): perfetto per quel suono revivalista che all’epoca era il top, ma che a distanza di soli due anni si trasforma in un (power)pop – soul memore della lezione impartita da Housemartins, Redskins e Style Council, come certifica il sontuoso Hammond che inaugura il primo brano di “Now Dig This!”. Approccio che non muterà nei successivi “Blue Tomato” (1990) e “Seriouslessness” (1993), capitoli finali di una storia che per Hans era partita qualche tempo prima (1985), quale cantante su un paio di singoli dei Backdoor Men. Gli album dei Creeps sono tutti estremamente godibili, ma di non frequente reperibilità (mai ristampata ufficialmente la loro discografia, purtroppo).
Ingemasson dopo lo scioglimento della band si dedicherà al mondo delle produzioni televisive svedesi, realizzerà pubblicità, scriverà per il cinema (“Il Centenario che saltò dalla finestra e scomparve” risulta essere il suo maggior successo nel campo) e terrà spettacoli di stand up comedy.
In un settembre già ampiamente luttuoso, anche questo 54enne ci lascia, con tanto amaro in bocca: un altro soul brother che ci lascia…
Il suo non è stato un ruolo fondamentale per l’evoluzione della musica che amiamo, ma è stato un piccolo eroe che ha regalato emozioni a piene mani e ha migliorato la vita di qualcuno. A proposito: chi aveva alzato la mano?
So long, Hans.