Ultravox: Vienna
Una nuova tappa dopo Atlantic city, l’Africa, e la New York arty di Laurie. Questa volta al centro dell’Europa. Un corto parzialmente in bianco e nero incentrato su una Vienna invernale commentato dal suono sintetico e neoclassico degli scozzesi Ultravox
Un immaginario che si rifà al film “il terzo uomo” tratto dal romanzo di Graham Greene ambientato in una capitale postbellica. Infarcito di
richiami suggeriti dagli interni decadenti della Cavani e Visconti.
Un’allure colta ma anche a suo modo pop che lancia immagini della subcultura new romantic che impazzava al Blitz di Londra in quegli anni.
Carlo Massarini era affascinato da questo clip e lo ripropose spesso incantando anche noi che vi ritrovavamo, se abbastanza informati, agganci al Bowie berlinese o ai Kraftwerk di Trans Europe Express.
Gli Ultravox erano i figli di quei padri, per molti appassionati nemmeno i più riusciti soprattutto dopo la defezione di John Foxx e l’ingresso di Midge Ure.
Ma in un mondo in cui i videoclip si contavano in poche centinaia Vienna emergeva “di brutto” con le sue atmosfere, il suo passo misterioso, i suoi violini romantici. E Vienna, checché se ne dica, è un buon album nonostante o meglio grazie ai padri nobili che ne hanno plasmato la forma.
Mr Fantasy ebbe anche questa freccia al suo arco e con essa colpi, novello cupido, parecchi cuori.